Elektra è il primo album sperimentale di Giovanni Dall’Ò.
Definire Elektra semplicemente un album “folktronico” sarebbe riduttivo. È vero, contiene brani in cui folk ed elettronica si miscelano sconfinando in atmosfere lounge o talvolta chillout.
Ascoltando il disco ci si può imbattere però in sonorità insolite: può capitare infatti di ascoltare riff di chitarre elettriche accompagnate da drummachine electropop e campioni vocali ridotti a percussione come in “Bordy One” o in “Any Emotions”.
Alcune idee potrebbero addirittura essere definite azzardate, come in “Ispanica”: chitarra spagnola, sintetizzatori pop, loop vocali e percussioni.
In questo disco avviene in sintesi una strana miscela fra folk, elettronica, rock, lounge, chillout, minimal e funky. Ma non mancano brani dalle atmosfere etno-new age, come in “Leon Zimmer” o nell’evocativo “Indiano World”. Il mix talvolta spiazza. Shakuaki, strumenti etnici indiani e sud americani fusi insieme; campionamenti vocali provenienti dalla Giamaica e dalla Turchia accompagnati da percussioni forsennate.
Elektra è senza dubbio un album scritto per viaggiare con la mente. Tuttavia, pur non avendo uno stile di riferimento preciso, i 14 brani che lo compongono mantengono sempre una riconoscibile coerenza stilistica. La pasta dei suoni, le armonie e il linguaggio utilizzato fanno da collante ai suoni. E le sonorità risultano sempre gradevoli.
